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Uniti per Gaza

Fairtrade Italia aderisce all'appello di Fairtrade Foundation e delle organizzazioni di commercio equo per chiedere la protezione dei civili a Gaza e in Cisgiordania.

Aderiamo e sosteniamo l'appello di Fairtrade Foundation e delle organizzazioni del commercio equo inglesi per chiedere la protezione dei civili a Gaza e in Cisgiordania. 

"Come membri del movimento Fair Trade, siamo uniti nella convinzione che ogni persona abbia il diritto di vivere e lavorare in sicurezza e di determinare il proprio futuro. Oggi alziamo la nostra voce in solidarietà con la popolazione di Gaza e della Cisgiordania, il cui futuro viene deliberatamente distrutto. 

Il movimento del Commercio Equo esiste per sostenere le persone in tutto il mondo nella costruzione di un futuro sicuro e sostenibile. Deploriamo la violenza del 7 ottobre e le sue conseguenze, che hanno aggravato una situazione già disastrosa. A Gaza e in Cisgiordania, il diritto  delle persone di lavorare e vivere libere dalla paura e in sicurezza vengono calpestati.

Per decenni, la popolazione di Gaza ha sopportato il blocco e le sofferenze. Negli ultimi mesi, la situazione si è intensificata al punto che alle comunità sono stati negati i beni essenziali: acqua potabile, cibo, alloggio, assistenza medica, in un modo che supera ogni comprensione. Gli agricoltori della Cisgiordaniastanno affrontando un'escalation di violenza e sfollamenti, che fa temere a molti che la loro sopravvivenza possa essere il prossimo obiettivo.

Quello che sta accadendo a Gaza va oltre una crisi umanitaria. Il 16 settembre 2025, l'ONU ha dichiarato che Israele ha commesso un genocidio nella Striscia di Gaza. L'uso della fame come arma di guerra e la distruzione delle infrastrutture civili, agricole e commerciali violano i principi del diritto internazionale e i valori che sosteniamo come movimento per proteggere e difendere i diritti umani e consentire alle persone di guadagnare un reddito o un salario equo, in condizioni di lavoro sicure.

Per Gaza chiediamo:

  • Un cessate il fuoco immediato e permanente per fermare l'uccisione di civili e il rilascio immediato di tutti gli ostaggi.
  • La completa revoca dell'assedio e l'accesso umanitario senza restrizioni a cibo, acqua, medicine, carburante e altri beni di prima necessità.
  • La fine dell'uso della fame come arma di guerra. 
  • La fine dell'espansione delle operazioni militari, in particolare nelle aree densamente popolate, e misure immediate per proteggere la vita dei civili e le infrastrutture.

In Cisgiordania chiediamo:

  • La fine dell'espansione degli insediamenti e della confisca delle terre, che continuano a privare gli agricoltori dei loro mezzi di sussistenza e a cancellare secoli di tradizione agricola.
  • La fine immediata delle violenze dei coloni e dell'esercito, degli sfollamenti forzati e delle demolizioni di case, che minacciano la vita e il sostentamento degli agricoltori.
  • La protezione dei terreni agricoli, delle banche dei semi, dei sistemi di irrigazione e delle infrastrutture agricole.
  • La revoca delle restrizioni alla circolazione, dei posti di blocco e delle chiusure che impediscono agli agricoltori di accedere alle loro terre, ai mercati e alle vie di trasporto, con esportazioni troppo spesso ritardate o bloccate, danneggiando le loro attività e i loro mezzi di sussistenza.
  • La responsabilità per le violazioni contro le comunità agricole, comprese le indagini, la restituzione e misure di protezione efficaci.

Il movimento del commercio equo sostiene la giustizia, la solidarietà e l'empowerment delle persone affinché possano decidere del proprio futuro. Non possiamo rimanere in silenzio mentre viene distrutto quello che sta alla base della vita.