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Indovina chi viene a cena – Rai 3: le risposte di Fairtrade

  • 24.04.17

Ecco il nostro statement che chiarisce alcune questioni emerse durante il programma di approfondimento “Indovina chi viene a cena”, in onda il 24 aprile 2017 alle ore 21.05, riguardante le certificazioni di sostenibilità dei prodotti alimentari, delle banane in particolare.

Fairtrade apprezza gli sforzi della redazione del programma di Rai 3 “Indovina chi viene a cena” per evidenziare le sfide affrontate dal sistema di certificazione, dai piccoli produttori e dai lavoratori dipendenti, nella produzione di banane in Ecuador.

Incoraggiamo e sosteniamo la ricerca che porta alla ribalta i temi legati ai marchi di certificazione del commercio equo sostenibile, con un impatto reale sui consumi.

La parte sui pesticidi NON riguarda Fairtrade

La parte sui pesticidi della trasmissione non riguarda in nessun modo le piantagioni Fairtrade. Durante la puntata, inoltre, non viene fatto nessun riferimento alle banane biologiche (2/3 delle banane Fairtrade vendute in Italia sono biologiche).

Le banane inquadrate

Le banane dell’organizzazione Fairtrade mostrate nel programma non arrivano sul mercato italiano e non sono vendute nei punti vendita in Italia.

Il direttore di Fairtrade Italia è stato intervistato in una location con delle banane certificate Fairtrade sullo sfondo: la location è stata scelta per contestualizzare il tema generale della trasmissione andata in onda, non c’è nessun riferimento al prodotto sullo sfondo.

Il Fairtrade Premium

“Indovina chi viene a cena” pone l’attenzione sul fatto che i soldi del Fairtrade Premium siano investiti nella struttura di produzione e nel miglioramento delle tecniche produttive (investimenti strutturali, fertilizzanti, investimenti per l’associazione stessa, ecc.). Il Fairtrade Premium è una somma extra di denaro, pagato in aggiunta al prezzo minimo Fairtrade, a favore delle organizzazioni di piccoli produttori o dei lavoratori dipendenti nel caso di grandi piantagioni. Il Fairtrade Premium è uno strumento dedicato all’empowerment e allo sviluppo socio-economico-ambientale delle organizzazioni, dei loro membri e delle relative comunità.

Gli Standard Fairtradenon prescrivono come le organizzazioni di produttori debbano usare il Fairtrade Premium

Gli standard richiedono però che la selezione dei progetti e la gestione dei soldi del Fairtrade Premium avvengano in modo trasparente, partecipativo e democratico: i membri dell’organizzazionedecidono insieme come spendere il Fairtrade Premium per raggiungere i loro obiettivi, come ad esempio, migliorare la loro agricoltura, le imprese o la salute e l’educazione nella loro comunità.

Impiego del Fairtrade Premium nelle cooperative di produttori

L’unica organizzazione di produttori certificata Fairtrade apparsa durante il programma di approfondimento “Indovina chi viene a cena”, si trova nella Provincia di El Oro in Ecuador e partecipa al progetto denominato PIP, gestito dalla CLAC – Coordinadora Latinoamericana y del Caribe de Comercio Justo, mirato al miglioramento della produzione: in questo caso, dunque, il comitato di gestione del Fairtrade Premium dell’organizzazione ha deciso di investire gran parte del Fairtrade Premium per il miglioramento della produttività (fertilizzanti, spese dell’associazione, ecc.).

Nello specifico, il Progetto PIP si è proposto di trasferire la tecnologia ai produttori per gestire al meglio la fertilità del suolo: uno degli obiettivi principali, infatti, è aumentare il potenziale di produzione del terreno con microrganismi benefici e materiali organici.

FLOCERT

Le organizzazioni certificate Fairtrade che producono e commercializzano sono controllate da FLOCERT, una società indipendente, accreditata secondo la norma ISO 17065 dall’organismo di accreditamento tedesco DAkkS per le sue attività di certificazione Fairtrade. ISO 17065 è la norma di accreditamento globalmente accettata dagli organismi di certificazione.

FLOCERT effettua verifiche periodiche ai produttori, tra cui ispezioni fisiche dettagliate dei campi, delle piante e degli uffici; documenti e verifiche finanziarie; interviste confidenziali con i membri del personale a tutti i livelli. Le verifiche possono essere annunciate o a sorpresa.

Gli ispettori di FLOCERT conoscono bene le realtà locali e del settore dove operano e quali sono gli aspetti dello standard Fairtrade che rischiano maggiormente di non essere rispettati. Gli ispettori sono regolarmente formati sull’identificare tali rischi e su come affrontarli.

Le banane Fairtrade dall’Ecuador

Le banane Fairtrade che provengono dall’Ecuador si possono trovare in Italia confezionate (biologiche) o sfuse (coltivate seguendo il metodo della lotta integrata): provengono da organizzazioni di produttori e da piantagioni, la cui dimensione può variare in base alla zona, che non necessariamente producono esclusivamente prodotti a marchio Fairtrade.

Il settore delle banane in Ecuador è un contesto impegnativo per la diffusione di istituzioni non ufficiali e visto che i meccanismi di controllo dello Stato hanno un raggio d’azione limitato.

Fairtrade lavora con più soggetti interessati a creare un cambiamento sostenibile, a lungo termine e in contesti altamente impegnativi, dove il nostro lavoro è ancora più necessario. Non ci sono soluzioni rapide ai problemi che i lavoratori nei Paesi in via di sviluppo devono affrontare e il cambiamento non può essere raggiunto in una notte, ma Fairtrade sta lavorando per migliorare continuamente il suo impatto.

campagna scuole fairtrade
campagna scuole fairtrade
Il logo della campagna Scuole Fairtrade

“L’impegno per la sostenibilità, nell’accezione più ampia e inclusiva del termine, non può che coinvolgere innanzitutto le giovani generazioni”, ha sottolineato l’Assessore alle Politiche Educative del Comune di Piacenza Mario Dadati.

“Investire risorse e progettualità sulla formazione significa dare un contributo concreto perché l’equità sociale ed economica, il rispetto dei diritti e della persona diventino non solo fondamento e modello di riferimento per le imprese del futuro, ma un vero e proprio stile di vita. Il lavoro che Fairtrade Italia svolge con le scuole è prezioso perché mira ad accrescere la consapevolezza, il senso di responsabilità e l’etica come guida cui improntare ogni scelta personale.

Credo che questa sia una componente irrinunciabile nel processo di crescita delle ragazze e dei ragazzi: Piacenza è orgogliosa di tutti loro e del risultato conseguito dall’istituto Romagnosi”.

“Abbiamo osservato con grande attenzione il percorso svolto dal Romagnosi e siamo davvero colpiti dalla grinta con la quale questi ragazzi, con gli insegnanti che li hanno accompagnati, hanno affrontato i temi dei diritti delle persone e dell’ambiente per diventare protagonisti del cambiamento. Siamo certi che il Romagnosi potrà essere un modello per tante altre scuole in tutto il nostro paese” ha dichiarato Giuseppe Di Francesco Presidente di Fairtrade Italia.

Come diventare una “Scuola Fairtrade”?

Il Romagnosi è il primo Istituto in Italia a ricevere il riconoscimento, e si aggiunge alle già 1200 Fairtrade schools in tutta Europa.

Parte quindi una campagna per il coinvolgimento delle scuole di tutto il paese sui temi di giustizia sociale e climatica di cui si occupa Fairtrade. I requisiti per aderire all’iniziativa sono quelli di svolgere attività di formazione in almeno tre classi durante l’anno e di inserire progressivamente dei prodotti nelle attività della scuola, ad esempio in occasione di eventi, o nelle mense. I criteri verranno annualmente verificati.